L’abbiamo fatto tutti almeno una volta.
Navighiamo un e-commerce, ci spostiamo da un prodotto all’altro, scrolliamo le foto, leggiamo le specifiche tecniche confrontandole con quelle di altri prodotti simili, decidiamo finalmente di aggiungere quel prodotto al carrello…ma poi, per qualche motivo, è proprio lì che rimane, senza concludere mai l’acquisto.
Capita spesso. L’abbandono dei carrelli è un fenomeno molto diffuso online.
Basti pensare che il tasso di abbandono a livello globale è dell’80,6% e aumenta addirittura al 83,76% se analizziamo i carrelli abbandonati da dispositivi mobile (SaleCycle).
Ma cosa si intende per carrello abbandonato?
Va fatta una premessa. L’abbandono del carrello e l’abbandono del checkout non sono la stessa cosa.
L’abbandono del carrello fa riferimento ai potenziali consumatori che navigano un sito e-commerce, aggiungono i prodotti al proprio carrello, ma poi per svariati motivi non portano a termine l’acquisto.
L’abbandono del processo del checkout invece si verifica quando un cliente abbandona il percorso di
acquisto durante uno di questi 3 step fondamentali:
- Inserimento dei dati del cliente
- Scelta del metodo di spedizione
- Scelta del metodo di pagamento

Quali sono le principali cause per cui abbandoniamo il processo di checkout?
Se è vero che non sempre riusciamo ad avere un pieno controllo sull’abbandono del carrello, in quanto spesso gli utenti ne fanno un uso improprio utilizzandolo come una wishlist, è altrettanto vero che possiamo fare tanto per diminuire il tasso di abbandono nel processo del checkout.
I motivi dell’abbandono infatti sono tanti, ma tutti legittimi.
La principale causa di abbandono al processo di checkout è una mancata trasparenza sul prezzo. Spesso capita di scoprire solo al momento del pagamento che il prodotto o il servizio che desideriamo acquistare costi più del previsto a causa di costi di spedizione nascosti, tasse, ecc. (l’acquisto di un biglietto aereo vi dice niente?).
Seguono tra le altre motivazioni: l’obbligo di creare un account, un processo di acquisto troppo lungo e complesso, la mancanza di fiducia da parte dell’utente, errori e problemi tecnici, una spedizione lenta, politiche di reso poco chiare e pochi metodi di pagamento a disposizione.
Cosa possiamo fare per diminuire l’abbandono dei carrelli al processo di checkout?
È interessante scoprire che, secondo l’analisi di SaleCycle, le e-mail per il recupero dei carrelli hanno un tasso di apertura del 40,10%, che a loro volta generano un tasso di conversione del 24,18%.
Un’email inviata entro massimo 72 ore da quando l’utente ha abbandonato il carrello può convincerlo a tornare sul sito per finalizzare l’acquisto o la prenotazione.
Il tempismo in questi casi gioca quindi un ruolo fondamentale, soprattutto se sul sito sono in corso delle promozioni che possano suscitare un’urgenza del nostro utente.
Come abbiamo visto uno dei motivi per cui il nostro utente non completa l’acquisto è il processo di checkout troppo complesso, ottimizzare la user experience risulta quindi fondamentale affinché il percorso di acquisto risulti il più semplice e snello possibile.
L’ideale sarebbe poter completare il processo nel giro di 1 o 2 minuti al massimo, riducendo i campi richiesti al minimo indispensabile ed eliminando passaggi superflui come la creazione di un account.
Ricordiamo inoltre che l’utente al giorno d’oggi è molto esigente e attento, è quindi importante agevolare al massimo la sua esperienza non solo da un punto di vista della navigazione del sito, ma anche dal punto di vista dell’acquisto vero e proprio.
Offrirgli diversi metodi di pagamento, garantirgli una spedizione rapita, delle politiche di reso sicure e la massima trasparenza sul prezzo lo invoglierà non solo a completare più serenamente l’acquisto sul sito, ma perché no, anche a riacquistare in futuro.
Queste sono solo alcune delle best practice che puoi provare ad adottare per il tuo e-commerce. Vuoi conoscere altre? Non esitare a richiedere una consulenza personalizzata!